Scoperte su mantenimento sinaptico e degenerazione

 

 

DIANE RICHMOND

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XXI – 08 giugno 2024.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

La conservazione in perfetta efficienza delle sinapsi è un requisito essenziale per la genesi di circuiti funzionali e per la loro fisiologia durante tutto il corso della vita: tutti processi richiesti per assicurare dinamicamente lo stato ottimale delle strutture cruciali per la neurotrasmissione cerebrale, sono collettivamente compresi nella definizione operativa di synapse maintenance o “mantenimento sinaptico”, ma delle molecole e dei meccanismi che la rendono possibile si sa ancora poco. Si sa bene, invece, che la perdita della normale efficacia dei processi che curano e preservano le giunzioni tra neuroni è un segno distintivo di patologia neurodegenerativa.

Un chaperone della vescicola sinaptica essenziale per il mantenimento delle condizioni di integrità ed efficienza delle giunzioni è CSPα, codificato dal gene Dnajc5; Na Wang e colleghi hanno studiato mediante trascrittomica da singolo nucleo i topi KO corticali di CSPα, ottenendo risultati molto interessanti.

In particolare, hanno accertato che l’instabilità sinaptica è correlata a repressione nelle vie sinaptiche e a elevazione dell’autofagia nei neuroni. I ricercatori hanno poi rilevato eterogeneità nelle risposte gliali con attivazione della microglia. Le interazioni tra neuroni e glia sono accresciute nei CSPα KO, con la mediazione di molecole di adesione sinaptogeniche. Wang e colleghi forniscono così una prospettiva innovativa nello studio del mantenimento sinaptico e hanno scoperto nei cervelli CSPα KO cambiamenti trascrizionali molecolari e cellulari.

(Wang N. et al., Decoding transcriptomic signatures of cysteine string protein alpha-mediated synapse maintenance. Proceedings of the National Academy of Sciences USA – Epub ahead of print doi: 10.1073/pnas.2320064121, 2024).

La provenienza degli autori è la seguente: Department of Neuroscience, Yale University, New Haven, CT (USA); Department of Neurology, Yale University, New Haven, CT (USA); Program of Computational Biology and Bioinformatics, Yale University, New Haven, CT (USA); Department of Biostatistics, Yale University, New Haven, CT (USA).

L’importanza di conoscere molecole e meccanismi che preservano deterioramento e decadimento sinaptico non ha un puro valore neuroscientifico, ma attiene direttamente alla conoscenza dei processi patologici implicati nella neurodegenerazione e, pertanto, interessa tutta la ricerca che indaga fisiopatologia e patogenesi di malattie che vanno dall’Alzheimer e il Parkinson fino alla sclerosi multipla e alla sclerosi laterale amiotrofica, per citare solo le principali. Un decremento di attività dei processi che assicurano la salute delle sinapsi precede e accompagna i più noti meccanismi molecolari di danno che portano alla degenerazione neuronica, ma a proposito di questa attività fisiologica in vivo si sa ben poco, e uno dei pochi fatti certi è costituito dalla necessità per il mantenimento sinaptico di una proteina, il cui difetto è associato a neurodegenerazione: cysteine string protein α (CSPα). Si tratta di un chaperone della vescicola sinaptica codificato dal gene Dnajc5, la cui importanza nella fisiologia della conservazione delle sinapsi è stata indagata da Wang e colleghi.

Per studiare i cambiamenti trascrizionali associati alla funzione di “manutenzione sinaptica”, i ricercatori hanno analizzato la trascrittomica da singolo nucleo di neuroni e glia della corteccia cerebrale di giovani topi knockout (KO) per il gene Dnajc5 che codifica CSPα, e hanno confrontato l’analisi con quella effettuata sui topi compagni di lettiera ma a genotipo fisiologico.

Attraverso l’analisi di ontologia genica e l’espressione differenziale, Wang e colleghi hanno osservato che sia le cellule nervose che quelle gliali esibivano un contrassegno trascrizionale unico del cervello mancante della proteina chaperone vescicolare.

Nel cervello dei topi CSPα KO tutte le classi di neuroni presentavano 1) forti segni di repressione delle vie sinaptiche; 2) regolazione verso l’alto dei geni associati all’autofagia. Attraverso la visualizzazione di sinapsi e autofagosomi mediante microscopia elettronica, Wang e colleghi hanno trovato conferme morfologiche esaustive a questi dati molecolari, con alterazioni particolarmente evidenti nelle sinapsi inibitorie. Le risposte gliali variavano per tipo cellulare, con la microglia che manifestava attivazione. Indagando specificamente le interazioni cellula-cellula, i ricercatori hanno rilevato che nei topi CSPα KO le interazioni neuroni glia erano particolarmente incrementate. Tale incremento era specificamente mediato da molecole sinaptogeniche di adesione, con la coppia classica Neurexina1-Neuroligina1 massimamente in evidenza, cosa che ha suggerito che la comunicazione tra glia e neuroni è rafforzata nei topi CSPα KO nello sforzo di preservare la conservazione funzionale ottimale delle sinapsi.

Nel complesso, da questo studio emerge un ricco set di dati relativi ai cambiamenti trascrizionali nella corteccia dei topi CSPα KO e rivela nuove conoscenze, utili per proseguire le indagini sul mantenimento sinaptico e sulla neurodegenerazione.

 

L’autrice della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Diane Richmond

BM&L-08 giugno 2024

www.brainmindlife.org

 

 

 

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